22 ottobre 2015

der Himmel über Berlin



Zwei mal drei macht vier widdewiddewitt und drei macht 9e!
Ich mach’ mir die Welt, widdewidde wie sie mir gefällt
Hey, Pippi Langstrumpf hollahi-hollaho-holla-hopsasa
Hey, Pippi Langstrumpf - die macht, was ihr gefällt
… e continuo a cantare quell’unica canzone che conosco in tedesco, che me l’aveva insegnata Martina di Berlino, una notte a Pesaro di un po’ di anni fa. E con l’immagine di Pippi langstrumpf cammino per Berlino.

Hey, Pippi Langstrumpf hollahi-hollaho-holla-hopsasa
Hey, Pippi Langstrumpf - die macht, was ihr gefällt. 
Io un cielo così grande in una città non l’avevo mai visto. Il cielo di Berlino è enorme, non ne vedi l’inizio e non ne percepisci la fine e qualunque cosa tu faccia il cielo è sempre lì. Cammini per strada?!? C’è sempre il cielo. Assaggi un curry wurst?!? C’è il cielo. Sei al Museo di Pergamo?!? C’è sempre il cielo. Torni a casa?!? C’è sempre il cielo. E il cielo è così grande che a Berlino i passeri girano sempre in coppia, certamente per non perdersi e per non perdersi di vista. Volano in coppia, si fermano in coppia a guardarti, mangiano in coppia, stanno al sole in coppia, ripartono in coppia. Il cielo di Berlino è davvero sorprendente, è ovunque, entra ovunque, ti accompagna ovunque. E i passeri girano a coppie.

Ich hab' ein Haus, ein kunterbuntes Haus
ein Äffchen und ein Pferd, die schauen dort zum Fenster raus.
Ich hab' ein Haus, ein Äffchen und ein Pferd,
und Jeder, der uns mag, kriegt unser ein mal ein gelehrt. 
La malinconia di Berlino la percepisci quando cammini, non manifesta, ma discreta. Lungo i viali, nelle piazze piene di cielo, seguendo i binari delle linee S, nella metro U, che è la prima metro che incontro che non emani quello strano odore misto di amianto, chiuso, vapori e metallo messi assieme. La malinconia di Berlino la senti fuori dalle birrerie, nella molteplicità di ristoranti che ti fanno viaggiare in gran parte del globo, nelle bici che corrono, forte a volte, nelle risate tenui e grasse dei passanti. Già, una malinconia discreta che non sottrae il posto a nulla. Sta al suo posto e quando l’avverti non ti mette disagio ma si pone quale ulteriore condimento ad arricchire il sapore della città. E così, in questi spazi enormi e profondi, riesci a guardare aldilà dei muri e lo sguardo si posa su frammenti di colore che, lo sai, stanno lì a dare forma a quella dolce malinconia che fa da sfondo alla città che viaggia veloce.

zwei mal drei macht vier -
widdewiddewitt und drei macht 9e !
Ich mach' mir die Welt - widdewidde wie sie mir gefällt ...
Hey, Pippi Langstrumpf hollahi-hollaho-holla-hopsasa
Hey, Pippi Langstrumpf - die macht, was ihr gefällt. 
A Berlino c’è un rumore straordinario che accompagna tutto e tutti, il silenzio. Sì, rumore dominante e colonna sonora di Berlino è il silenzio. Nelle piazze affollate, nella metro gremita e ordinata, nei cantieri che pullulano di gru, al Kulturforum nutrito di visitatori, nei ristoranti assiepati il silenzio domina. Eppure tutti parlano, le auto camminano, gli operai lavorano, gli uccelli volano ma il silenzio unisce tutto e tutti in uno spartito al di sopra di ogni cosa. Ecco, allora, che in silenzio cominci a seguire la striscia di acciottolato che, distinto e discreto, a ricordare le vestigia del Muro, taglia le strade, i palazzi, le vetrate, i marciapiedi, i ponti. Taglia, come un tempo ha tagliato le vite. Lo segui e anche quando arrivi all’East Side Gallery o a Bernauer strasse, ti accorgi che non hai avvertito rumori ma solo silenzio, quel silenzio berlinese che suona note molto personali e unisce ogni parte, ogni persona, ogni cielo. È davvero grande il cielo di Berlino, così grande in una città non l’ho visto mai.

drei mal drei macht sechs - widdewidde Wer will's von mir lernen?
Alle groß und klein - trallalala lad' ich zu mir ein. 
A Berlino c’è una presenza costante che non è la musica ma la quantità di gruppi che suonano musica, da mattina a sera, dal pomeriggio alla notte, da est a ovest, dal tramonto all’alba. Non c’è angolo di città che riesca a resistere all’assenza di gruppi che suonano nelle gallerie, negli androni dei palazzi, nelle strade e sui ponti, sotto un portico e su un’impalcatura. Rock, Pop, Jazz, Indy, Techno, Reggae, Classica, Hard core, Country e ancora e ancora e ancora, gruppi organizzati o improvvisati in ogni angolo di città. E la gente si ferma, a vedere. Guarda i gruppi e guarda te che guardi i gruppi. Hanno lo sguardo pieno i berlinesi, pieno e vivace e silente. Così silente da riuscire a esprimere tutto.

Ich hab' ein Haus, ein kunterbuntes Haus
ein Äffchen und ein Pferd, die schauen dort zum Fenster raus.
Ich hab' ein Haus, ein Äffchen und ein Pferd,
und Jeder, der uns mag, kriegt unser ein mal ein gelehrt. 
A Berlino ti portano ovunque, basta aver fatto il biglietto e salire e ti portano ovunque. La gente ha sguardi lontani nella metro, sguardi fieri e lontani. Ma se tu sali, ti portano ovunque. Io una rete di trasporti così, davvero, non l’ho vista mai in una città. Metro, autobus, tram, treni di superficie, arrivano ovunque con grande economicità ed efficienza. Aeroporto, centro periferia, ovest ed est, Kreuzberg e Karl Marx halle, Alexander Platz e Bebel Platz e ancora ovunque. Guardi il tabellone e quello segna 4 minuti all’arrivo, poi 3 minuti all’arrivo, poi 2 minuti all’arrivo e ancora un minuto e poi puoi chiudere gli occhi perché il mezzo che stavi aspettando è lì davanti a te e basta aver fatto il biglietto e salire e ti portano ovunque. Con la gente che ha sguardi lontani nella metro, sguardi fieri e lontani.

zwei mal drei macht vier -
widdewiddewitt und drei macht 9e !
Ich mach' mir die Welt - widdewidde wie sie mir gefällt ...
Hey, Pippi Langstrumpf hollahi-hollaho-holla-hopsasa
Hey, Pippi Langstrumpf - die macht, was ihr gefällt. 
E poi a Berlino pedali e pedali e pedali, grande o piccolo o adulto che tu sia, puoi pedalare. 10 euro per 24 ore e puoi pedalare con la tua bici a noleggio. È grande il cielo di Berlino e tu ci puoi pedalare dentro lungo le piste ciclabili con quelli che, driin driin, ti sfrecciano accanto e corrono e chissà dove vanno. Sì, i berlinesi corrono ma tu puoi andare adagio, puoi seguire il tuo adagio. E le ruote scorrono sulla pista, curata e segnalata e rispettata e vanno un pò ovunque. Ecco che passa una bici con il carrellino dietro che ospita un infante e ancora un tandem e poi biciclette da corsa, da passeggio, ovunque. Ordinate, silenziose, rock e pop, nel cielo grande di Berlino. 

drei mal drei macht sechs - widdewidde Wer will's von mir lernen?
Alle groß und klein - trallalala lad' ich zu mir ein. 
A Berlino, come in qualunque altro luogo tu sia, puoi sentirti a casa. Nessun senso di estraneità, alcuna titubanza, ma un gran senso di appartenenza a un ecosistema che tra le sue molteplici variabili prevede anche te. C’è il tuo posto in metro, la tua stanza in casa o albergo, la tua birra o succo di mela, il tuo biglietto per la Neue Nationalgalerie di Mies Van Der Rohe, le tue note suonate dal gruppo di turno, i tuoi rimproveri per aver camminato sulla pista ciclabile, il tuo tramonto sullo Sprea, i tuoi sguardi scambiati per strada o sul tram.

E ancora, il tuo cielo grande di Berlino, che in una città un cielo così grande non l’ho visto mai.

Beh, ora hai il testo di Pippi calzelunghe, in tedesco, le note sono quelle che sai della canzone in italiano. Dipende da te, ma se vuoi, quando vai a Berlino puoi cantare … 
Hey, Pippi Langstrumpf hollahi-hollaho-holla-hopsasa
Hey, Pippi Langstrumpf - die macht, was ihr gefällt  

A presto.