stanchi e felici,
alla sera,
non li guardi, ma
quelli ne han fatta di strada,
hanno lavorato, più d’ogni altra cosa.
hanno lavorato, più d’ogni altra cosa.
felici, già dall'inizio,
muovono i passi, i
primi, alla scoperta dell’equilibrio.
segnano le rotte,
anche se nessuno gliel’ha insegnate.
corrono e
sostengono, fieri e nel silenzio dei calzari.
danzano, giusti e
veloci, e se non li guardi non li comprendi.
scottano nella
sabbia d’Estate e tendono all’acqua,
per dissetarsi anch’essi.
per dissetarsi anch’essi.
s’infilano nella
staffa, a tenere l’equilibrio.
indirizzano la
speranza e spingono verso la meta.
recuperano il
ritardo e si muovono, sotto i tavoli di voci e parole.
calciano la palla e
originano l’emozione dell’arena che urla.
saltano, alto,
anche se nessuno mai li ringrazia.
sostengono i corpi,
d’ognuno, sino allo stremo, e mai un lamento.
permettono di
andare, fedeli compagni di viaggio.
portano i segni dei
pellegrini e ne sostengono gli intenti.
s’affrettano
all’incontro e indugiano al distacco.
conducono agli
Amori, e corrono quelle volte.
stanchi e felici,
alla sera.
guardali, e quando
li guardi, pensa,
che il tuo giorno è
stato il loro,
che la loro strada,
è la tua storia.
la tua storia.
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