5 maggio 2013

Sali ancora

                                                                             Immagine di Dima Charif

Azzurro intenso oggi il cielo. La luce è quella cristallina dei giorni d’inverno spazzati dai discendenti di Eolo, quella luce che lascia che il pensiero assecondi lo sguardo e vada a correre lontano nelle praterie di Primavera. La parete di roccia, fiera nella sua maestosità, sembra accoglierti in un abbraccio quasi materno. L’odore profondo dei muschi investiti dai raggi del sole rinverdisce ricordi e immagini vicini e lontani. Non vigore e forza, non ascesa e volo, ma leggerezza e equilibrio, rispetto e simbiosi, dono e speranza. Il corpo stenta a risvegliarsi dal torpore invernale e prova ad allungarsi sulla roccia ancora umida della notte trascorsa. Sono gesti semplici, quasi carezze e minute accortezze. Non mancano appigli, appoggi, fessure, fenditure e occasioni di presa e di slancio, di armoniche movenze e docili pensieri. Ti muovi e riscopri dolcemente il sapore della terra e delle polveri tra le mani, senza fretta. La mente corre veloce, sembra una pellicola a fine corsa con immagini a colori e poi in bianco e nero e poi. Poi il vuoto, il nulla. Il non pensiero. Avverti il respiro e quello per compiacerti si impossessa del corpo e dei suoi movimenti, e il cuore pulsa e pulsa ancora e sostiene il pensiero e il non pensiero e sostiene te aggrappato a minuti quanto sereni appigli. E quelle piccole fenditure che sembrano non avere alcun senso, mai, sono oggi per te occasione di certezza e speranza, momento d’ascesa e libera interpretazione, sono piccoli momenti di felicità che ti spingono verso l’alto. Sono sempre state lì eppure non le avevi mai considerate in tutta la loro importanza. Ecco allora che mentre ti arrampichi rivedi nel cuore momenti vicini e lontani, emozioni vissute e sopite e coltivate, frangenti di gioia e mai di noia, persone piccole e grandi, sorridenti e malinconiche, e tutte tante quelle piccole cose sempre presenti e che sempre hai guardato e talvolta osservato. Cambiano significato e quello ti esplode dentro e tu sali perché hai superato quel momento in cui non sapevi a cosa aggrapparti. Disteso sulla roccia ne accarezzi le asperità, con rispetto e alla ricerca di un nuovo orizzonte che sembra lontano e, invece, è così vicino e tu lo guardavi e all’inizio non lo sapevi che quello sarebbe stato il tuo nuovo punto di partenza e arrivo insieme. Ora cominci a scoprirlo e ti incuriosisce e ti affascina perché ti entra dentro e ti riempie di quell’emozione pura, semplice, vera come le albe e i tramonti. E di quell’emozione ne fai tesoro e la custodisci gelosamente e provi a condividerla con quanto ti circonda, con i grifoni che volano alti, con le piccole felci che timidamente fanno capolino dalla roccia e timidamente accarezzi, con gli arbusti alti che ti attendono con fiducia. E tu sali e sali e sali e sali ancora e le braccia ti dolgono e sembra che non abbiano più forza e poi, in fondo, riscoprono ancora una piccolissima riserva che le rigenera e ti permette di rimanere attaccato alla parete come un’ombra e, se lo vuoi, come un raggio di sole. Poi forte degli appoggi sulle gambe ti spingi un po’ più in alto e ti appoggi alla roccia e raccogli a te le braccia dolenti eppur festanti.
E’ bello ora perché senti le parti del tuo corpo che pulsano della fatica compiuta e godono della gioia vissuta e ti invitano a proseguire e a evolvere i movimenti alla scoperta di nuove piccole fenditure, di nuove piccole e grandi realtà pronte a svelarti i loro significati più profondi, di nuovi orizzonti che saranno dentro e fuori di te e quando li avrai contemplati e condivisi quelli diverranno parte di te.

E tu continui a salire e sali e quegli orizzonti si spostano, con te, sempre un passo più avanti. Si.

Il tuo orizzonte. Sempre un passo più avanti.

5 commenti:

  1. Ho riletto con grande gioia questo brano e rivissuto intensamente le emozioni condivise un tempo! A presto amico mio!

    RispondiElimina
  2. Caro Gianpiero,
    in quello che hai scritto hai utilizzato un'immagine così bella e articolata da apparire vera: ti sei davvero arrampicato su una parete rocciosa?
    Realtà o immaginazione, non ha importanza: resta una bellissima immagine che, ancora una volta, può essere vista come una metafora della vita.
    Una cosa, forse quella che hai voluto sottolineare come centrale, o che per lo meno io ho percepito come tale, mi ha fatto riflettere.
    E' vero, nella vita ci sono moltissime piccole cose che sembrano non avere alcuna importanza, ma la vita intera si aggrappa a queste piccole cose e questo le rende immensamente importanti.
    Avevano ragione i grandi pensatori greci che, come fa Platone nel Fedone, ritenevano che nel piccolo sia contenuto il grande. Dalle piccole soddisfazioni della vita nascono le grandi gioie dell'esistenza di ogni essere umano.
    Ma sta a noi saperci accorgere di questo e saperle cogliere. Forse spesso siamo troppo miopi e non vediamo l'importanza di tutti quei piccoli "appigli" che la vita costantemente ci offre. Li ignoriamo e questo non fa altro che frenare la nostra ascesa e, in certi tristi casi, causare la nostra caduta.

    Carpe diem.

    A presto,

    Lorenzo

    RispondiElimina
  3. E' vero Lorenzo.
    Anche questo blog è un grande "appiglio".
    Grazie Jump :)

    Daniela

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Beh, io non so se questo blog sia un appiglio, forse è un pò troppo. Direi che è uno spazio d'espressione e di gioco e, credo, che ognuno sia libero di attribuirgli il significato che preferisce.
      A presto, j.

      Elimina